Non rinnego nulla. Non provo vergogna per la persona che posso essere stata in passato, né tantomeno per ciò che posso aver fatto, nel bene e nel male, a me e a chi mi stava a fianco.
Perché ogni errore, ogni sbaglio, l’ho pagato caro.
Perché la prima a cui ho sempre dovuto rendere conto son sempre stata io.
Perché il giudizio più temuto e più severo è sempre stato il mio.
Perché non vi è condanna peggiore di quella auto inflitta.
Perché non vi è pena più severa – e indeterminata – dell’insoddisfazione e la repulsione di sé.
Perché il confronto costante è sempre con te stessa.
Perché farsi schifo è doloroso.
Perché ti senti impotente.
Sulla carta è tutto facile, il punto è mettere in pratica gli insegnamenti, i buoni propositi e tutte quelle favole che ci raccontiamo ogni giorno per sentirci con la coscienza pulita.
Perché la difficoltà risiede nell’ammettere di aver sbagliato, di aver fallito nella vita.
E perché non vi è cosa più preziosa del sentirsi in pace con il mondo quando si è soli, nel buio della propria stanza e nel silenzio della notte, dove i nostri pensieri sono gli unici rumori, che possono essere assordanti così come melodici.
Fare due passi avanti e altri tre indietro.
Progredire, maturare per poi regredire.
E ricommettere errori che si pensava di aver superato.
Progresso e regresso.
Salite e discese.
Successi e fallimenti.
Lacrime e sorrisi.
Cadere per poi rialzarsi.
Sbattere la testa e farsi del male per poi amarsi di nuovo.
Quelli come me devono toccare il fondo, sperimentare sofferenza e dolore per poter sentire quel bisogno inconfondibile, quell’esigenza insopprimibile di vita.
Perché vivere è bello.
Ma è altrettanto bello sentire ardere dentro.
E l’unico modo per quelli come me è identificare e capire ciò che ci allontana dalla felicità.
Perché cosa mi rende felice non lo so e non lo saprò mai se non avendo ben chiaro in mente ciò che di per certo, per assodato e per esperienza mi rende infelice.
Perché la ricerca di qualcosa, così come l’attesa aumenta il desiderio.
Perché è solo quando ti manca quel qualcosa, è solo quando ti senti incompleto ed insoddisfatto, pur avendo tutto, che cominci a desiderare, desiderare ardentemente.
E ti metti in discussione.
E decidi di rischiare.
Perché sopravvivere non ti basta, ma vivere sembra un miraggio.
Ma è proprio quel miraggio a guidarti nei momenti bui, a mostrarti, mettendo nero su bianco, quella tua insopprimibile voglia di vivere e di migliorare.
Così, dopo aver bruciato in breve tempo, ciò che hai costruito in lunghi anni, ti aggrappi all’unica cosa rimasta. E ricominci da zero.
Consapevole che sono proprio quelle cadute nel vuoto e nel buio, a portarti alla luce.
Perché sono la fatica, il sacrificio e la dedizione che decidi di investire in un obiettivo a farti rialzare e a permetterti di risorgere.
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