L’apatia a lungo andare uccide

2 Dic 2019 | In guerra con me stessa, Su di me

Oggi, come tutti gli altri giorni d’altronde, dovrei fare una miriade di cose, ma sinceramente non ne ho voglia, sono esausta, e lo sono più del solito.

Sono stanca di dover sempre fare, sono stanca di non poter mai assecondare i miei istinti, i miei sentimenti, le mie tendenze.

E sono stanca di dover sempre soddisfare le aspettative altrui.

Prima ti impongono una miriade di regole, ti dicono come comportarti, come stare al mondo, come porti, come vestirti, con chi uscire e quando uscire, poi, quando si rendono conto di averti trasformato in un automa, in una sterile macchina; e quando, dopo anni di maschere, di finti sorrisi, di apparente perfezione, di successi e obiettivi raggiunti, notano che nei tuoi occhi non c’è più quella luce, che in te non c’è più quell’energia contagiosa e quella positività che ti aveva sempre contraddistinto, per la quale spiccavi in mezzo a milioni di persone, ti dicono che ti devi lasciare andare, che devi allentare la tensione, che nessuno pretende la perfezione da te, che nessuno si aspetta nulla e che vogliono soltanto il tuo bene e la tua serenità, e te lo dicono perché temono un tuo tracollo psicologico.

Peccato che quando se ne rendono conto è troppo tardi.

Ormai sei già in quel vortice, in quel circolo vizioso dove l’unica cosa che ti è rimasta, l’unica cosa che ti fa sentire viva e provare qualcosa dentro, è la sfida.

Ti sei alienata al punto tale da non provare più nulla e, l’apatia, a lungo andare, uccide.

Per questo ti aggrappi all’unica cosa che hai sempre saputo fare bene, sottoporti a nuove sfide e raggiungerle, a costo di rimetterci te stessa, a costo di rimetterci la salute, le amicizie e la vita.

Ma la colpa non è tua, la colpa è di chi ha sempre notato, valorizzato, esaltato solo e soltanto la tua incredibile capacità di sacrificio, la tua determinazione e la tua caparbietà, senza degnare di attenzione la tua dolcezza, senza prestare attenzione al tuo disperato bisogno di amore e non di approvazione.

Ed è per questo che ora faccio soltanto quello che voglio, quello di cui ho voglia e soprattutto quello di cui ho bisogno, ovvero sia scrivere, la miglior cura presente sul mercato.

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