Dipendenza da internet: telefoni, tablet e pc alla base di ansia e depressione
Telefoni, tablet, pc, costante connessione con il resto del mondo con il resto del mondo accentuano l’ansia?
Non solo la accentuano ma sono causa ed origine di nuove forme di ansia, fobie e paure.
Di indole ansiosa ho sempre dato la colpa al mio carattere, come se non fosse gestibile, correggibile e migliorabile.
L’uomo a differenza dell’animale, che segue il mero istinto, è dotato anche di intelletto, perciò con un piccolo sforzo mentale quotidiano ed un po’ di spirito di sacrificio, può, ove lo desideri, attenuare i lati più spigolosi del proprio carattere e modificare i comportamenti che ritiene responsabili di disagi, preoccupazioni, paure e difficoltà quotidiane, a loro volta causa di sentimenti e stati d’animo poco piacevoli quali l’inadeguatezza, l’insicurezza, la solitudine, l’insoddisfazione e la depressione…
Ansia, ossessione per programmazione, pianificazione e soprattutto controllo, estremo perfezionismo, massima ambizione, assoluta intransigenza ed eccessiva durezza con se stessi sono caratteristiche e modus operandi che quasi sempre coesistono nel soggetto.
Col tempo ho imparato a conoscermi e a gestire i miei limiti e, una volta trovato il metodo più efficiente ed adatto a me l’ho applicato ad ogni ambito della mia vita. In altre parole mettevo a tacere l’ansia con un’altra forma di ansia, quella da programmazione, pianificazione e controllo. Trovato il metodo più efficiente, che mi permetteva di massimizzare i miei risultati e limitare al minimo l’ansia, pretendevo di estenderlo ed applicarlo non solo in ambito scolastico e lavorativo ma anche relazionale e sentimentale.
Volevo controllare sentimenti, pensieri e bloccare sul nascere qualsiasi comportamento naturale e spontaneo per seguire i miei folli schemi, programmi e pianificazioni strategiche manco dovessi salvare il mondo o fare chissà quale impresa titanica (tipiche manie di protagonismo ed egocentrismo adolescenziali).
Dovevo ridurre al minimo addirittura eliminare ogni forma di variabile ed imprevisto. Per anni sono riuscita, ne pago tuttora il prezzo, ad applicare un metodo che definirei scientifico, universale, applicabile alle macchine, ad ogni ambito della mia vita.
Telefoni, tablet, pc e questa costante connessione con il resto del mondo accentuano l’ansia?
Non solo la accentuano ma sono causa ed origine di nuove forme di ansia, fobie e paure.
Di indole ansiosa ho sempre dato la colpa al mio carattere, come se non fosse gestibile, correggibile e migliorabile.
L’uomo a differenza dell’animale, che segue il mero istinto, è dotato anche di intelletto, perciò con un piccolo sforzo mentale quotidiano ed un po’ di spirito di sacrificio, può, ove lo desideri, attenuare i lati più spigolosi del proprio carattere e modificare i comportamenti che ritiene responsabili di disagi, preoccupazioni, paure e difficoltà quotidiane, a loro volta causa di sentimenti e stati d’animo poco piacevoli quali l’inadeguatezza, l’insicurezza, la solitudine, l’insoddisfazione e la depressione…
Ansia, ossessione per programmazione, pianificazione e soprattutto controllo, estremo perfezionismo, massima ambizione, assoluta intransigenza ed eccessiva durezza con se stessi sono caratteristiche e modus operandi che quasi sempre coesistono nel soggetto.
Col tempo ho imparato a conoscermi e a gestire i miei limiti e, una volta trovato il metodo più efficiente ed adatto a me l’ho applicato ad ogni ambito della mia vita. In altre parole mettevo a tacere l’ansia con un’altra forma di ansia, quella da programmazione, pianificazione e controllo. Trovato il metodo più efficiente, che mi permetteva di massimizzare i miei risultati e limitare al minimo l’ansia, pretendevo di estenderlo ed applicarlo non solo in ambito scolastico e lavorativo ma anche relazionale e sentimentale.
Volevo controllare sentimenti, pensieri e bloccare sul nascere qualsiasi comportamento naturale e spontaneo per seguire i miei folli schemi, programmi e pianificazioni strategiche manco dovessi salvare il mondo o fare chissà quale impresa titanica (tipiche manie di protagonismo ed egocentrismo adolescenziali).
Dovevo ridurre al minimo addirittura eliminare ogni forma di variabile ed imprevisto. Per anni sono riuscita, ne pago tuttora il prezzo, ad applicare un metodo che definirei scientifico, universale, applicabile alle macchine, ad ogni ambito della mia vita.
Il fine ultimo era raggiungere tutti i tasks del giorno, sbarrando ogni dovere messo per iscritto nella mia to do list, entro la scadenza – assolutamente improrogabile – predeterminata. Un equilibrio precario dove al mancato conseguimento dell’obiettivo o rispetto del termine conseguiva l’insostenibile peso del senso di fallimento e inettitudine.
Senza dubbio un metodo efficiente, che ti permette di arrivare dove vuoi, senza guardare in faccia nessuno, nemmeno te stessa. Rispettavo le scadenze ma non rispettavo me stessa, raggiungevo gli obiettivi ma mi allontanavo sempre di più da me stessa.
Completamente assente, apatica ed insensibile. Tutti sappiamo che un po’ di sano cinismo ed individualismo sono necessari per sopravvivere in questo mondo di squali, ed io mi ci stavo buttando a capofitto, sottoponendomi all’ennesima sfida con me stessa, masochismo estremo e auto-sabotaggio.Telefoni, tablet, pc, costante connessione con il resto del mondo con il resto del mondo accentuano l’ansia?
Non solo la accentuano ma sono causa ed origine di nuove forme di ansia, fobie e paure.
Di indole ansiosa ho sempre dato la colpa al mio carattere, come se non fosse gestibile, correggibile e migliorabile.
L’uomo a differenza dell’animale, che segue il mero istinto, è dotato anche di intelletto, perciò con un piccolo sforzo mentale quotidiano ed un po’ di spirito di sacrificio, può, ove lo desideri, attenuare i lati più spigolosi del proprio carattere e modificare i comportamenti che ritiene responsabili di disagi, preoccupazioni, paure e difficoltà quotidiane, a loro volta causa di sentimenti e stati d’animo poco piacevoli quali l’inadeguatezza, l’insicurezza, la solitudine, l’insoddisfazione e la depressione…
Ansia, ossessione per programmazione, pianificazione e soprattutto controllo, estremo perfezionismo, massima ambizione, assoluta intransigenza ed eccessiva durezza con se stessi sono caratteristiche e modus operandi che quasi sempre coesistono nel soggetto.
Col tempo ho imparato a conoscermi e a gestire i miei limiti e, una volta trovato il metodo più efficiente ed adatto a me l’ho applicato ad ogni ambito della mia vita. In altre parole mettevo a tacere l’ansia con un’altra forma di ansia, quella da programmazione, pianificazione e controllo. Trovato il metodo più efficiente, che mi permetteva di massimizzare i miei risultati e limitare al minimo l’ansia, pretendevo di estenderlo ed applicarlo non solo in ambito scolastico e lavorativo ma anche relazionale e sentimentale.
Volevo controllare sentimenti, pensieri e bloccare sul nascere qualsiasi comportamento naturale e spontaneo per seguire i miei folli schemi, programmi e pianificazioni strategiche manco dovessi salvare il mondo o fare chissà quale impresa titanica (tipiche manie di protagonismo ed egocentrismo adolescenziali).
Dovevo ridurre al minimo addirittura eliminare ogni forma di variabile ed imprevisto. Per anni sono riuscita, ne pago tuttora il prezzo, ad applicare un metodo che definirei scientifico, universale, applicabile alle macchine, ad ogni ambito della mia vita.
Telefoni, tablet, pc e questa costante connessione con il resto del mondo accentuano l’ansia?
Non solo la accentuano ma sono causa ed origine di nuove forme di ansia, fobie e paure.
Di indole ansiosa ho sempre dato la colpa al mio carattere, come se non fosse gestibile, correggibile e migliorabile.
L’uomo a differenza dell’animale, che segue il mero istinto, è dotato anche di intelletto, perciò con un piccolo sforzo mentale quotidiano ed un po’ di spirito di sacrificio, può, ove lo desideri, attenuare i lati più spigolosi del proprio carattere e modificare i comportamenti che ritiene responsabili di disagi, preoccupazioni, paure e difficoltà quotidiane, a loro volta causa di sentimenti e stati d’animo poco piacevoli quali l’inadeguatezza, l’insicurezza, la solitudine, l’insoddisfazione e la depressione…
Ansia, ossessione per programmazione, pianificazione e soprattutto controllo, estremo perfezionismo, massima ambizione, assoluta intransigenza ed eccessiva durezza con se stessi sono caratteristiche e modus operandi che quasi sempre coesistono nel soggetto.
Col tempo ho imparato a conoscermi e a gestire i miei limiti e, una volta trovato il metodo più efficiente ed adatto a me l’ho applicato ad ogni ambito della mia vita. In altre parole mettevo a tacere l’ansia con un’altra forma di ansia, quella da programmazione, pianificazione e controllo. Trovato il metodo più efficiente, che mi permetteva di massimizzare i miei risultati e limitare al minimo l’ansia, pretendevo di estenderlo ed applicarlo non solo in ambito scolastico e lavorativo ma anche relazionale e sentimentale.
Volevo controllare sentimenti, pensieri e bloccare sul nascere qualsiasi comportamento naturale e spontaneo per seguire i miei folli schemi, programmi e pianificazioni strategiche manco dovessi salvare il mondo o fare chissà quale impresa titanica (tipiche manie di protagonismo ed egocentrismo adolescenziali).
Dovevo ridurre al minimo addirittura eliminare ogni forma di variabile ed imprevisto. Per anni sono riuscita, ne pago tuttora il prezzo, ad applicare un metodo che definirei scientifico, universale, applicabile alle macchine, ad ogni ambito della mia vita.
Il fine ultimo era raggiungere tutti i tasks del giorno, sbarrando ogni dovere messo per iscritto nella mia to do list, entro la scadenza – assolutamente improrogabile – predeterminata. Un equilibrio precario dove al mancato conseguimento dell’obiettivo o rispetto del termine conseguiva l’insostenibile peso del senso di fallimento e inettitudine.
Senza dubbio un metodo efficiente, che ti permette di arrivare dove vuoi, senza guardare in faccia nessuno, nemmeno te stessa. Rispettavo le scadenze ma non rispettavo me stessa, raggiungevo gli obiettivi ma mi allontanavo sempre di più da me stessa.
Completamente assente, apatica ed insensibile. Tutti sappiamo che un po’ di sano cinismo ed individualismo sono necessari per sopravvivere in questo mondo di squali, ed io mi ci stavo buttando a capofitto, sottoponendomi all’ennesima sfida con me stessa, masochismo estremo e auto-sabotaggio.
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