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9 Ott 2017 | In guerra con me stessa, Su di me

Buonasera family,

all’alba di una comunissima mattina d’autunno, e prima di iniziare la miriade di cose da fare durante la giornata, tra cui preparare la colazione per Edoardo e studiare, ho deciso di mettermi a scrivere un articolo che ritengo fondamentale, avente ad oggetto la natura e la ragione del mio stop ai pesi.

Negli ultimi 4-5 mesi ho sospeso l’allenamento classico in stile bodybuilding, per tornare alle mie origini, all’atletica, alla corsa, al corpo libero e all’allenamento funzionale, abbinato a sedute di yoga, pilates, o addirittura di thai boxe ed arti marziali.

Se mi seguite da un po’ sapete che per me è difficile accontentarmi, accettare risultati mediocri o fare le cose parzialmente.

Ho la sbagliatissima tendenza a giudicarmi, a sentirmi costantemente inferiore e mai all’altezza ma soprattutto uso solo ed esclusivamente me stessa come metro di paragone e questo mi porta a pretendere sempre di più. Se miro ad un obiettivo faccio il possibile ed anche più del possibile per raggiungerlo. Insomma le cose o le faccio per bene o non le faccio proprio. Astrattamente è un concetto corretto, ma nella pratica si rivela fatale. Questa predisposizione caratteriale col passare degli anni mi ha portato a pretendere sempre più da me stessa, a non ascoltarmi, né tantomeno fermarmi quando invece avrei dovuto farlo.

Talvolta ci dimentichiamo di essere umani, pensiamo di essere macchine in grado di non sentire la stanchezza così tentiamo invano di ignorarla. Ma non siamo automi e, che ci piaccia o no, dobbiamo fare i conti con il nostro io interiore.

Tornando al fulcro di questo articolo, una volta appassionatami alla palestra dopo la nascita di Edoardo 5 anni fa, ho dedicato anima e corpo allo sport, passando dagli allenamenti a corpo libero (stile Bikini Body Guide di Kayla Itsines), al crossfit, al funzionale, alla corsa per poi passare al bodybuilding. E la ragione principale di questo passaggio è stata la volontà di mettermi alla prova, di salire su un palco per dimostrare a me stessa che sarei stata in grado di seguire meticolosamente una dieta, ma soprattutto per cercare di sconfiggere questo grave disturbo quale è il BINGE EATING DISORDER.

Stanca di soffrire di queste abbuffate compulsive – che non ero in grado di controllare se non con meccanismi compensatori successivi quali la corsa o la restrizione alimentare – ho deciso di cimentarmi in gare di body-building (categoria bikini) che, richiedendo estrema precisione nella dieta e un divieto assoluto di sgarrare, mi avrebbero secondo i miei CALCOLI fatto evitare l’abbuffata.

Se vi state domandando se ci sono riuscita, la risposta è no.

Nemmeno sotto gara sono stata in grado di evitare le abbuffate per più di tre settimane, e questo perché esse esulano da un qualsiasi controllo mentale. Tuttavia, una buona genetica, un metabolismo veloce, allenamenti intensi ed una dieta meticolosa mi hanno permesso di salire sul palco senza troppi ripensamenti, realizzare il mio sogno di gareggiare, senza però portarmi a vincere la battaglia più lunga, estenuante e difficile di tutte, quella contro il DCA.

Una volta entrata nel circolo vizioso delle gare, è cambiata la visione del mio corpo, dei canoni estetici e fisici, ma soprattutto ha fomentato quello che era il mio ideale di perfezione, simmetria e bellezza distante da ciò che è normale, naturale e soprattutto sostenibile nel tempo. Ho seguito l’approccio di un preparatore, poi di un altro, affrontato periodi di massa e poi di definizione, mai fatti prima e che ovviamente non ero in grado di seguire con la precisione richiesta. Ho visto il mio corpo cambiare, gonfiarsi in periodi di massa e di abbuffate frequenti (anch’esse causate da stress ed ansia), sgonfiarsi e definirsi a seguito di diete restrittive ed allenamenti estenuanti. Dover accettare sbalzi e questa instabilità costante è stato davvero difficile, sopratutto perché non avevo mai avuto bisogno di seguire diete o strategie particolari per stare in forma ed avere un bel fisico.

Così, dopo aver gareggiato per circa un anno, stremata dalle diete, dagli alti e bassi, dalle ripercussioni su corpo e mente, decisi di fermarmi. Da quel momento (dicembre 2015) non sono più stata in grado di riprendere una preparazione, una dieta, seguendo regole e schemi imposte dall’alto.

Inoltre non posso né voglio accettare di vedere il mio corpo trasformarsi costantemente, essere perfetto a ridosso di una gara, veder svanire quella perfezione poco dopo. Perché parliamoci chiaro, le diete per prepararsi ad una gara di body-building non sono facili né tantomeno sostenibili, e quella condizione è effimera e passeggera, se non addirittura momentanea. Io voglio piacermi tutto l’anno, ho bisogno di stare bene con me stessa, di svegliarmi con il sorriso, felice per quella che sono. Con ciò non voglio dire che noi siamo solo il nostro corpo, siamo ben altro, ma sarei ipocrita se vi dicessi che faccio sport solo ed esclusivamente per una questione di salute. L’amore per l’estetica non è un peccato. Perseguire un ideale di bellezza nemmeno. 

Però se siete persone che come me si riempiono la vita di impegni, doveri e responsabilità è impensabile dover seguire altre regole, e questo perché personalmente già soffro le mie auto imposizioni quotidiane, figuriamoci quelle altrui.

La mia vita è uno schema, un elenco di doveri quotidiani, settimanali, mensili e annuali, è progettazione, organizzazione, nulla viene lasciato al caso, la riuscita di una giornata dipende dall’incastro perfetto di tutti gli impegni, se salta uno, a catena, saltano tutti. Perciò voi ben capite quanto questo possa causarmi ansia e stress, per cui ho deciso, dove potevo, di allentare la presa.

Resami conto che questo mondo non faceva per me e soprattutto che non mi avrebbe portato da nessuna parte perché, se inizialmente pensavo che il body-building e le regole ferree alimentari mi avrebbero aiutato a superare il mio disturbo, successivamente avevo capito che non era la strada giusta. Ogni volta che mi riproponevo di iniziare una dieta, o un percorso con qualche preparatore, finivo per sgarrare, voler abbandonare e cambiare rotta facendo tutto di testa mia. E così feci.

Abbandonai ogni proposito di gare, e ricominciai ad ascoltare me stessa, il mio corpo, le mie sensazioni, le mie voglie. Non solo in ambito alimentare e sportivo, ma anche in termini di scelte di vita quotidiana.

Oggi, mi sveglio la mattina ed ho voglia di correre? Corro. Voglio andare in palestra? Ci vado. Il fitness è uno stile di vita, è una passione e deve essere vissuta come tale, ma bisogna fare attenzione a non superare la sottile linea tra passione ed ossessione.

Ho deciso di tornare ad ascoltarmi perché la mia vita non poteva essere incentrata su un programma alimentare impostomi dall’alto, ho deciso di tornare ad ascoltarmi perché avevo tutti gli strumenti per poter essere l’autrice della mia vita, e soprattutto perché non l’avevo mai fatto prima e sarebbe stata l’unica vera e valida alternativa per provare ad uscire definitivamente dal tunnel dei disturbi del comportamento alimentare.

Non posso dirvi di esservi uscita completamente, ma posso dirvi che da quando mi ascolto riesco a reagire a situazioni di ansia, stress, paura senza rifugiarmi nel cibo. Ovviamente è difficile essere in grado di ascoltarsi, avere autocontrollo ed equilibrio ma se fosse facile non esisterebbero problemi a questo mondo. Ma sono fiduciosa, perché con la pratica e l’esperienza tutto diventa più spontaneo e naturale.

Non c’è sensazione più bella della libertà, libertà di svegliarsi e decidere cosa fare, quali cibi mangiare senza fermarsi alle etichette, a quelle che noi stessi abbiamo da sempre attribuito a questi, qualificandoli come giusti o sbagliati, non c’è cibo giusto o sbagliato, tutto dipende dalla quantità. Non c’è sensazione migliore del potersi svegliare e decidere in base alla propria voglia se allenarsi come e quanto si vuole, o correre, senza limiti di tempo, velocità o distanza, pensando solamente a me stessa ed ai miei progetti.

La libertà è VITA. Ritenermi l’unica con la facoltà di darmi delle regole e dunque l’unica autrice della storia della mia vita mi fa sentire POTENTE.

Ogni mattina ci viene data la possibilità di scegliere, ogni mattina tutti abbiamo le stesse ore e le stesse opportunità: spetta a noi usare il tempo al meglio e cogliere le occasioni al volo.

È proprio così ho fatto oggi: prima ho scritto questo articolo, profondamente sentito e personale, e solo dopo mi sono messa a studiare e lavorare. Perché non sempre viene prima il dovere del piacere.

#Loveyourself

10 Commenti

  1. Gisella

    Ti adoro, sei una splendida persona….!!

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  2. Chiara

    Ciao Francesca! Sei un esempio per tutte noi, una forza e questa forza riesci anche a trasmettercela!
    Baci?

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  3. Carmela

    Bello…avevo visto nelle storie di instagram che avevi scritto questo articolo. Inizialmente sono andata oltre, spento il cell e mi sono messa a studiare. Non so perché un attimo dopo ero qui alla mia scrivania a leggere. Mi è sembrato di averti qui anzi no di essere lì con te, seduta al tuo fianco, al buio della stanza dove l’unica luce proveniva dallo schermo del tuo pc, ad accompagnare il rumore dei tasti, la tua voce, che quasi sussurrando raccontava della tua storia. Grazie Francesca per aver condiviso con noi un pochino di positività 🙂

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    • FBfitnessfreak

      Grazie di cuore Carmela. Ho condiviso perché ne sentivo il bisogno, il bisogno di gridare al mondo la mia esperienza, al fine di aiutare chi ha provato e prova le stesse sensazioni. Per far sì che vi sentiate e ci sentiamo meno sole in un mondo che corre e non si ferma mai. ?

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  4. Stefania

    Il confine tra passione ed ossessione….quanta verità in queste parole! Bellissimo articolo Francesca, anche io soffro di eccessivo perfezionismo e non sono mai contenta di me stessa! Guardo le altre persone che ammiro e vorrei sapere come fanno “esattamente” ad essere così perfette così che, imitandole, anche io possa avvicinarmi a quell’ideale! E ascolto poco me stessa! Il tuo messaggio è una ventata di aria fresca e pulita! Grazie ?

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  5. Sabrina

    Bellissimo articolo!! Sono pienamente d’accordo con te su tutto quello che hai scritto!! Non siamo robot, siamo umani…anzi umane…donne cazzute che tra mille impegni riescono comunque ad amarsi e a volersi bene!!!

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  6. Grazia

    Non sai quanto mi rivedo in quello che hai raccontato! Anni di auto-imposizioni, regole, paletti che non hanno portato a nulla tranne che a un inasprimento delle mie ossessioni. Era tutto o bianco o nero. In palestra dovevo fare almeno 1 ora, o 1 e 1/2, o 2, e così via… E la corsa doveva essere minimo di 10 km. Altrimenti me ne stavo a casa con mille sensi di colpa). Non esisteva l’allenamento di 25 minuti fatto bene o la corsetta leggera. Forse anche io sono sulla strada giusta per superare questa prigione mentale: mi alleno spesso ma faccio quello che mi va: corro, nuoto, sollevo pesi, pedalo, gioco vigorosamente col mio bimbo (quasi coetaneo di Edo). Sono sempre in forma ma mi sento più libera!
    Grazie per aver aperto il tuo cuore, sei di un’intelligenza e sensibilità rara 🙂

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  7. Ale

    Ciao Francesca anche io ho sofferto per molti anni di DCA ed ora sto cercando di rimettermi in gioco per me è per i miei bambini che hanno bisogno di una mamma piena di energia!!!!
    Ho iniziato da 4 settimane la BBG di Kayla.
    La mia domanda è (so che dovrei affidarmi ad un esperto ma nel frattempo) come faccio a calcolare i miei macro?
    Ho una alimentazione sanissima,faccio sport ma Ho sempre paura di sbagliare di mangiare troppe carbo o troppe proteine quindi avrei bisogno di un piccolo aiutino per fare le cose al meglio.
    Grazie mille in anticipo ?

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